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I personaggi di Gallery: Luca

Molti mi chiedono come creo i miei personaggi. In realtà è un procedimento complesso. Alcuni sono simili a persone che ho realmente conosciuto, altri sono un po’ un misto di persone simili per carattere, altri sono del tutto inventati, ma hanno una loro verosimiglianza con persone reali.

Di certo non mi piacciono i personaggi stereotipati, anche se devo ammettere che nella realtà a volte incontri persone talmente prive di originalità che sarebbero perfette per delle caricature, senza dover esagerare nella descrizione.

Un personaggio di Gallery che ho preso dalla realtà è Luca. Lui rappresenta l’uomo anaffettivo.

Si intende per anaffettività l’incapacità da parte dell’individuo di provare o produrre affetti. Si tratta in pratica della condizione di assenza di affettività intesa come la totalità dei processi emotivi. Più in generale quindi trattasi di incapacità, più o meno patologica, di provare emozioni o di esprimere le emozioni che si riescono a provare e che quindi restano represse e non espresse. Spesso questo fenomeno si manifesta in persone che sono state soggette a stress e traumi, specialmente nell’età infantile o nella prima adolescenza. Ciò che ne consegue è una percezione distorta della realtà. Si possono sviluppare credenze patogene per cui l’individuo pensa di non dover dare o ricevere affetto perché non lo merita, ne consegue che l’individuo tende a distaccarsi da tutto il mondo e a dimenticarsi di esistere ragionando meccanicamente in tutte le azioni compiute.

E ancora:

Le persone anaffettive hanno difficoltà ad esprimere emozioni più per paura di restare feriti che per effettiva assenza di sentimenti. L’anaffettività può dare impulso a moltiplicare l’investimento nella professione, a dare particolare importanza agli aspetti materiali e narcisistici della vita, a puntare su una regolarità che le persone intorno ritengono apprezzabile, e che sembra garantire un piacere per le ‘cose’ e per ‘l’immagine’: un piacere illusorio che può diminuire la capacità di godere di sé stessi, della vita e delle relazioni, nonché la capacità di sviluppare affetti e passioni salutari e gratificanti. A livello inconscio, è una modalità per difendersi da esperienze dolorose vissute durante l’infanzia. Sono infatti particolari situazioni traumatiche, di abbandono, di non amore che generano tale freddezza e, successivamente, quello che viene definito un totale ripiegamento emotivo. L’individuo, affinché non soffra più, si organizza attraverso il distacco emotivo difensivo. Le persone con tale caratteristica infatti, ogni volta che sono in qualche modo sfiorate dall’amore, dagli affetti, da qualsiasi forma sentimentale positiva, sono pervase dall’angoscia dell’abbandono e inconsapevolmente si difendono ibernandosi, raggelandosi negli atteggiamenti, in una sorta di anestetizzazione personale.

Prima di conoscere l’esistenza di questa patologia, l’ho sperimentata sulla mia pelle. Non sapevo potessero esistere persone incapaci di provare sentimenti. Queste persone arrivano a fidanzarsi, a sposarsi, a metter su famiglia senza provare affetto o amore per nessuno, figli compresi. E’ ovvio che, se possono permetterselo, sono dei traditori seriali, ma anche sessualmente non riescono a trasmettere né a ricevere se non una sessualità di tipo pornografica che non può durare, da qui la necessità di trovare sempre partner diversi.

Nel quotidiano sono fidanzati e mariti modello ( lo stesso vale per le donne sia chiaro), si dedicano al lavoro anima e corpo, danno al denaro un valore enorme e con quello in genere comprano regali costosissimi alle loro partner, in parte per togliersi eventuali sensi di colpa, in parte per sviare eventuali sospetti.

Per poter tradire devono però curare molto il loro aspetto esteriore, quindi in genere sono di bell’aspetto e in forma.

Queste persone anaffettive purtroppo sono molto difficili da riconoscere subito. Occorre esserci passate una volta, come nel mio caso, allora sì.

Perché difendersene? Perché vi apriranno il cuore in due e non ne vale la pena. Prima o poi la loro anaffettività salterà fuori, in genere quando saranno sicuri di avervi fatta/o innamorare e magari dopo aver messo su famiglia.

Come difendersene? Non vi fidate mai! Controllate tutto, cosa fa durante la pausa pranzo, il cellulare ( attenzione che ne hanno due), dove va il sabato pomeriggio prima di venire da voi.

Esiste però un metodo infallibile e meno dispendioso, ma richiede una certa esperienza e tanta empatia: leggetegli gli occhi. A parole può dirvi “Ti amo”, “sei l’unica per me”, ma i suo occhi quando lo dirà resteranno inespressivi. (Ripeto, vale anche per le donne)

Inoltre, in genere non si commuovono mai. Anche gli uomini piangono, ricordatevelo, anzi, soprattutto i veri uomini.

La cosa più terribile e che questi soggetti non saranno nemmeno dei buoni genitori. Eseguiranno dei doveri, come il giocare o preparare il pranzo per loro, ma saranno avari di abbracci e di spirito di sacrificio.

Questo è Luca, uno dei personaggi di Gallery. Forse osservare il suo comportamento vi aiuterà a riconoscere altri “Luca” nel reale e a scappare a gambe levate! A meno che non siate anche voi degli anaffettivi, nel qual caso…

Buona lettura!

 

 

 

 

 

 

 

 

Di emiliacapasso

insegnante di inglese, scrittrice, blogger

5 risposte su “I personaggi di Gallery: Luca”

Ciao Emilia, anch’io mi ispiro alla realtà delle persone che incontro per i miei personaggi, che poi però, assumendo una identità propria e una propria autonomia, si affinano da sé.
Conosco bene gli anafettivi, provocano molto dolore intorno a sé. Ma mentre da una relazione sentimentale puoi tenerti alla larga, con tua madre é più complicato…. Così capita a me…

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